ARTE IN MONASTERO “MANIGUNDA SEMIOTICA” – CAIRATE E LA SUA AFFASCINANTE PRINCIPESSA LONGOBARDA
La suggestiva cornice del Monastero di Cairate accoglie 45 opere dell’esposizione “Manigunda Semiotica – Semiotic Turn”, nell’ambito della rassegna “Arte in Monastero 2024”. Tra queste, spicca un nuovo dipinto inedito dedicato a Manigunda, la nobildonna longobarda che fondò il monastero nel 737. Questa esposizione, che si articola su cinque sale con analoghe aree tematiche, offre al pubblico un’occasione unica per esplorare il dialogo tra arte e semiotica, rendendo omaggio alla figura di Manigunda e al suo contributo all’integrazione della cultura longobarda con quella romana nel territorio.
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Orari di apertura: Sabato 14:30 – 18.30 – Domenica 10:00 – 12.00 – 14:30 – 18:30 (fino al 30.11.2024)
Ingresso Gratuito – per informazioni Pro Loco Cairate 345-1013929
Audioguida: disponibile nelle cinque sezioni espositive tramite QRCODE presenti sulle didascalie delle opere
Location Comune di Cairate (a 35min da Milano uscita Busto Arsizio – Autostrada Laghi MI-VA)
Manigunda
La principessa Manigunda, nipote del Re longobardo Liutprando, era bella da togliere il fiato, ma sempre triste, debole e pallida perché molto malata. Nonostante fosse bella e di buon cuore, data la sua salute cagionevole nessuno si presentava a corte a chiedere la sua mano e l’età da matrimonio arrivò e passò. Manigunda era sempre sola e triste, quando osservava i giovani innamorati sospirava e fantasticava su una vita che non aveva e non avrebbe mai avuto. Ad accompagnarla ovunque andasse c’era un grande cane bianco. La principessa aveva un male ai reni e nulla si poteva fare per guarirla, la morte sembrava vicina e tutti le stavano più vicini che mai. Un giorno una vecchina riuscì ad avvicinarsi a Manigunda e con tono sommesso le disse: “Mia cara, forse posso aiutarti. Io vengo da Cairate, vicino Bergoro, lì vi è una sorgente d’acqua curativa. Vieni a trovarmi, sono convinta che bevendo qualche sorso ti sentirai meglio”. La principessa aveva provato innumerevoli cure e aveva ormai abbandonato ogni speranza, ma non avendo nulla da perdere decise di tentare e quando giunse alla sorgente bevve qualche sorso di quell’acqua cristallina. La ragazza fu percorsa da un brivido, una sensazione positiva la pervase e decise di trattenersi in quel luogo per qualche settimana. Ogni mattina beveva alla fonte e sembrava che a poco a poco le sue condizioni di salute migliorassero. Spinta dalla gioia fece un voto: “a Colei che vive in cielo. Concedimi la vita oh Signora, prometto che consacrerò a te la mia esistenza e per te fonderò un monastero”. In pochi giorni la malattia scomparve, Manigunda acquistò un colorito roseo sulle guance e i suoi capelli biondi sempre acconciati nelle lunghe trecce divennero brillanti come l’oro. La notizia si diffuse e la fonte di Cairate fu raggiunta da moltissimi curiosi. Manigunda tenne fede al giuramento: fece costruire un monastero dedicato a Santa Maria Assunta e prese i voti. Nonostante fosse il 737 d.C, le fu permesso di tenere gli abiti preziosi e le lunghe trecce. La sua aurea da principessa non svanì e tutti riuscivano a distinguerla dalle altre monache.
Durante i restauri del monastero avvenuti tra il 1545 e il 1563, fu rinvenuto un sarcofago perfettamente intatto con all’interno lo scheletro di una donna elegantemente vestita: da allora è avvertita la presenza di una entità che si manifesta con rumori inspiegabili e apparizioni nelle ore notturne. Ancora oggi quindi, il suo spirito si aggira nel complesso monastico.
Il Monastero di Cairate
Il Monastero di Cairate vanta una storia millenaria e merita sicuramente una visita: in seguito ai restauri terminati nel 2012, infatti, la visita al complesso monastico costituisce una sorta di “viaggio nel tempo”; diverse soluzioni di recupero e proposte di approfondimento permettono di scoprire la storia di manufatti e strutture, e di immergersi in un’atmosfera suggestiva e stimolante che permette di “rivivere” le diverse epoche di fioritura del Monastero.
Il Monastero dell’Assunta in Cairate risale alla prima metà dell’VIII secolo e costituisce uno dei primi insediamenti monastici nel territorio dell’attuale Lombardia, legato alla vicina presenza del Castrum di Castelseprio e del Monastero di Torba. Esso svolgeva in origine anche la funzione di curtis, ovvero sede amministrativa della estesa proprietà fondiaria, la cui ricchezza derivava dal fatto che i suoi mulini fossero il solo luogo della zona in cui si potesse macinare il grano. Il complesso era costituito da un edificio porticato con due accessi, organizzato intorno agli spazi caratteristici dei conventi benedettini: il refettorio, la chiesa interna, ad uso delle sole monache, i parlatoi, il forno e i granai.
Fotogallery dell’inaugurazione
Instagram Inaugurazione “Manigunda Semiotica”
I Longobardi in Italia
La presenza dei Longobardi in Italia ha lasciato tracce così rilevanti da essere ancora presenti in maniera evidente nella fisionomia della popolazione, nella lingua e nella cultura italiana. Pur essendo un popolo di guerrieri, più che effettuare una invasione violenta, si sono insediati in Italia nel 568 approfittando della caduta dell’impero romano d’occidente, migrando dai territori del nord Europa in circa 150.000, guidati dal re Alboino, senza trovare una grande resistenza. I Longobardi quindi si sono stabiliti subentrando nel controllo territoriale con una organizzazione in ducati, convertendosi al cristianesimo e mescolandosi ed incrociandosi per oltre 200 anni con gli abitanti locali.
COMUNICATO STAMPA E INTRODUZIONE ALLA MOSTRA “MANIGUNDA SEMIOTICA” ARTE IN MONASTERO COMUNE DI CAIRATE
LOCANDINA ESPOSIZIONE MANIGUNDA SEMIOTICA
INTERVISTA ESPOSIZIONE MANIGUNDA SEMIOTICA