Alex Papavassiliou “Semiotic Crown”
A cura di Felice Terrabuio
INAUGURAZIONE sabato 20 maggio 2023 ore 18.00
mimumo MICROMUSEOMONZA dal 18 maggio al 7 giugno 2023 (visibile 24/24h)
Casa della Luna Rossa (Sec. XIII) via Lambro 1 Monza (adiacenza Museo Duomo Monza)
La semiotica, lo studio dei segni, sta attuando una vera e propria rivoluzione dei modelli di comprensione e di sviluppo della comunicazione umana. Al centro c’è sempre l’uomo e il suo “spazio mentale”, l’unica dimensione in cui esiste l’emozione e in cui il significante domina sul significato, l’ottuso prende il sopravvento sull’ovvio, l’universale vince sul particolare.
“Semiotic Crown” è un’opera in omaggio a Teodolinda, regina molto amata dal suo popolo, vissuta nel periodo storico più buio, il Medioevo, durante il quale la sua condizione di “essere donna” non l’ha fermata nel suo intento di integrare la cultura longobarda con quella romana. Teodolinda, secondo la tradizione, fece incastonare nella Corona Ferrea uno dei chiodi con cui fu crocefisso Gesù, reliquia ritrovata da Sant’Elena e donata alla regina da papa Gregorio I: la corona ferrea riposiziona il suo vero valore a ciò che nasconde al suo interno, riducendo l’importanza del potere temporale (significato), a favore della fede cristiana (significante).
L’opera si inserisce nell’ambito di “Semiotic Turn”, una serie di trenta opere dedicate ai principali protagonisti della “svolta semiotica”, Ferdinand de Saussure, Algirdas Julien Greimas, Charles Sanders Peirce, Umberto Eco, Roland Barthes e Bruno Latour, in mostra presso Kà ‘d-Mezanis (Rueglio) fino al 30 giugno 2023.
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D. In questa occasione espone i suoi ultimi lavori presso il micromuseo MIMUMO di Monza. Quale l’ispirazione di questa iniziativa? Ce ne parli.
R. L’idea di esporre presso il “mimumo” mi ha affascinato fin dall’inizio, in particolare per la necessità di creare una realizzazione specifica, sia per rientrare nei suoi 2,29 metri quadrati di superficie, sia per adattarla ad un’esposizione 24 ore su 24. “Semiotic Crown” è un’opera realizzata su due pannelli in omaggio ai due protagonisti della Città di Monza: la Regina Teodolinda e la Corona Ferrea.
D. La semiotica assume nella Sua arte un ruolo fondamentale. Ce ne parli.
R. La semiotica, lo studio dei segni, in questo momento storico sta realizzando una vera e propria rivoluzione dei modelli di comprensione e di sviluppo della comunicazione umana. L’opera si inserisce nell’ambito di “Semiotic Turn”, una serie di trenta dipinti dedicati ai principali protagonisti della “svolta semiotica”, Ferdinand de Saussure, Algirdas Julien Greimas, Charles Sanders Peirce, Umberto Eco, Roland Barthes e Bruno Latour, in mostra fino al 30 giugno 2023 presso lo spazio espositivo KDM – Kà ‘d-Mezanis (Città Metropolitana di Torino – Rueglio).
Qualunque segno lasciato dall’uomo, o che l’uomo lascerà, è fatto non per sé, ma per gli altri, per relazionarsi con gli altri: è quindi il presupposto per la filogenesi, l’evoluzione della specie.
D. Quale il significato della scritta “Aliquid stat pro aliquo” e perché la presenza di tre occhi nei personaggi presenti nelle sue opere?
La magia del segno è che il segno costituisce sempre un ponte temporale, qualcosa che c’è che rimanda a qualcosa che non c’è: “Aliquid stat pro aliquo”. Una nota su un foglio di carta rimanda ad un suono di uno strumento che ha suonato o che suonerà. Il segno “attraversa il tempo”; lo sguardo semiotico ha tre occhi per guardare al presente, dove risiede il segno, e al contempo al passato e al futuro, a cui il segno rimanda.
D. Perché questo omaggio alla Regina Teodolinda e quale legame con la semiotica?
Teodolinda, regina molto amata dal suo popolo, è vissuta nel periodo storico più buio, il Medioevo, durante il quale la sua condizione di “essere donna” non l’ha fermata nel suo intento di integrare la cultura longobarda con quella romana. Teodolinda, secondo la tradizione, fece incastonare nella Corona Ferrea uno dei chiodi con cui fu crocefisso Gesù, reliquia ritrovata da Sant’Elena e donata alla regina da papa Gregorio I. La Corona Ferrea riposiziona quindi il suo vero valore in ciò che nasconde al suo interno, riducendo l’importanza del potere temporale
(“significato”), a favore della fede cristiana (“significante”). I principali protagonisti della “svolta semiotica”, in modalità e contesti differenti hanno rivelato una convergenza nei processi di comprensione e significazione della letteratura, della poesia, della musica, della pittura, della fotografia, del cinema, del design. In quest’ultimo ambito hanno dimostrato come anche gli oggetti fatti dall’uomo comunicano con l’uomo stesso, generando emozioni e sensazioni: la Corona Ferrea, pur essendo un semplice oggetto, ha comunicato e continua a comunicare attraversando il tempo, rilanciando la domanda sul mistero della Vita, in modo universale e più efficace di un libro di migliaia di pagine.
D. Quale la tecnica di realizzazione e quali particolari per Lei significativi nell’opera?
R. “Semiotic Crown” è costituita da due panelli con pittura a olio su vetro, nei quali la superficie trasparente separa il presente dal passato e dal futuro, permettendo di attraversarli dinamicamente, visivamente e metalmente. L’esposizione 24 ore su 24 permette di fruire di colorazioni, trasparenze e forme dinamiche al variare della luce
diurna e notturna, per un’esperienza più immersiva. La figura di Teodolinda, separata dagli uomini di corte, si libera dalle strutture epistemiche che cercavano di confinarla al ruolo di donna di corte, a delimitarla nelle azioni attraverso i legacci storico-culturali degli ambienti in cui era nata e in cui viveva. “Modo, etiam” è il rimando alle parole da cui venne il primo nome della città di Monza “Modoetia”: Teodolinda in sogno vide una colomba che si fermò poco lontano da lei e le disse “Modo” (qui); prontamente la regina rispose “Etiam” (sì) e la basilica sorse nel luogo che la colomba aveva indicato. Le note che si trasformano in uccelli rappresentano la diffusione del sapere “tramandato
in sinestesia”; il rimando alle formelle del Duomo rappresenta la “decostruzione e ricostruzione del sapere” operato dalla semiotica attraverso lo strutturalismo, attraverso la ricerca delle strutture portanti e attraverso l’esperienza immediata, ovvero l’esperienza così come si presenta alla coscienza del soggetto.
Al centro c’è sempre l’uomo e il suo “spazio mentale”, l’unica dimensione in cui esiste l’emozione e in cui il significante domina sul significato, l’ottuso prende il sopravvento sull’ovvio, l’universale vince sul particolare, la felicità e la realizzazione non hanno limiti e la sinestesia amplifica la percezione di ambiti sensoriali differenti.
https://www.youtube.com/watch?v=lEae1RTrY04&t=25s
mimumo MICROMUSEOMONZA
Se New York ha il Moma, dal 4 settembre 2014 Monza ha il mimumo MICROMUSEOMONZA. E’ un Museo da Guinnes dei primati: 2,29 metri quadrati di superficie, aperto 365 giorni all’anno, ventiquattro ore su 24. Il mimumo si trova non in un posto qualunque, ma al piano terra della Casa della Luna Rossa via Lambro 1, una delle abitazioni più antiche di Monza, che dal ‘300 è affacciata in vicinanze sulla centralissima piazza Duomo.
“mimumo una casa di vetro per l’arte, una wunderkammer in vetrina, monolite di meraviglie aperto sullo curiosità della città. Il dono dell’arte in un micro teatro pubblico, una caleidoscopica lanterna magica aggettante sull’anemia della città. Una cabina minimalista, un contenitore di idee in movimento, un affaccio sullo sguardo di passaggio. Pensieri che navigano in un acquario di reminiscenze da ripescare nel futuro, perché l’arte è sempre contemporanea al futuro. Un involucro di protezione messo a disposizione, perché l’arte s protegge solo offrendola in dono. Lasciarsi contagiare dall’energia simbolica, generando nuovi sguardi, educando i propri sensi
all’insolito e favorendo nuove abitudini mentali, senza arrendersi alla latitanza della cultura: perché il sonno dell’attenzione genera mostri di noia. Mimumo è un luogo eccentrico, trasparente e permanente, capace di dialogare con le pietre più nobili ed antiche della città, catalizzando un campo di forze creative e rigenerando una qualità dello spazio urbano come luogo di meditazione inattesa.
L’insorgere d’improvvise occasioni di bellezza gratuita.
Un contenitore di materia, luce, forma, ossigeno immaginativo.
Un campo di azione per interrogarsi sul senso e risvegliare una sensibilità consapevole, un territorio di sfida per gli artisti e… , per imparare a reggere l’urto delle interpretazioni dei cittadini, perché le trovate apparentemente assurde e le scommesse paradossali dell’arte contemporanea sono autentiche bussole per trovare una via d’uscita dal caos.”
Vittorio Raschetti
https://www.monzanet.it/corona-ferrea-teodolinda-monza/
http://www.museoduomomonza.it/corona-ferrea/
INAUGURAZIONE 20 MAGGIO 2023